Silenzi, attese, mancanze, radici, identità
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Ci sono film che parlano senza bisogno di troppe parole e sguardi che esprimono drammi senza bisogno di mostrare scene dure e violente. È il caso di "Sembra mio figlio" di Costanza Quatriglio, presentato ieri sera al Cinema Arena Airiciclotteri nell'ambito della rassegna estiva "Specchi di Realtà - Cinema per i Diritti", promossa dal Centro di Documentazione per la Legalità e la Nonviolenza "Antonino Caponnetto" del Municipio 2 di Bari, gestito dalla Cooperativa Sociale "Il Nuovo Fantarca".
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Un film delicato e intenso che racconta il viaggio di un uomo verso sua madre, alla ricerca delle proprie origini e alla riscoperta della propria terra, facendo luce sulla sofferenza e la condizione del popolo più perseguitato della storia afghana, gli Hazara.
Maria Rosaria Flotta
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